Questa cittadina dall’aspetto austero e misterioso custodisce gelosamente le tradizioni isolane al punto da essere definita la più corsa delle città corse.
Sartene, dall’alto delle sue mura in granito, sorveglia la valle come un guardiano silenzioso. Addentrandovi per i tortuosi vicoli, ripidi e lastricati, vi sembrerà di trovarvi sul set di un film d’altri tempi, con un fascino che si riesce a percepire in maniera totale soprattutto fuori stagione, quando il borgo non è invaso dai turisti.
La città fu fondata nel 1550 dai Genovesi che ne la affidarono la gestione ai ricchi aristocratici. Nel 1565 i pirati attaccarono la città e ridussero in schiavitù buona parte della popolazione. Ma le disavventure della città non finirono qui. Nel 19° secolo, i due clan della città si scontrarono ininterrottamente per anni, con molte perdite fra gli abitanti della città, fino all’accordo di pace del 1834.
Imperdibile la visita della città vecchia, un vero labirinto di stradine strettissime, al punto che in alcune si riesce a passare una persona alla volta. Il borgo è visitabile in una trentina di minuti: punteggiato di belle case di granito situate lungo 2 strade parallele, il centro custodisce l’oratorio di una delle confraternite di Sartène, l’antico forno del pane e la rue des Voutes, uno degli angoli più caratteristici di Sartene, disseminata di passaggi coperti.
Il vecchio ponte A Scaledda è la porta di accesso alla città: da questo punto potrete ammirare le fortificazioni della città, i bastioni, la torre d’angolo e l’Echauguette, una torre genovese del XVI secolo costruita sulle fondamenta di un’antica torre medievale.
Non perdetevi l’Eglise Sainte-Marie: entrando, vedrete sulla sinistra la pesante catena e la croce utilizzata per la famosa processione del Catenacciu, che simboleggia la salita di Cristo al Calvario. L’incatenato percorre la città seguendo un’ipotetica Via Crucis portando sulle spalle una pesante croce di legno, seguito da altri figuranti che impersonano il clero e la nobiltà.
Il municipio, dichiarato monumento nazionale, si trova nell’ex palazzo del Luogotenente Genovese. Per secoli svolse il ruolo di casa fortificata poiché custodiva il passaggio voltato che funge da accesso al centro storico. Questo passaggio un tempo era fornito di ponte levatoio per bloccare l’ingresso della cittadella agli invasori.
La parte più caratteristica è il vecchio quartiere di Petraghju, dove le case si sovrappongono, collegate tra loro da archi e separate da stretti vicoli: qui gli edifici sembrano enormi e si trova Place de la Liberation, anticamente chiamata Place Porta, simbolo della convivialità, luogo delle riunioni degli abitanti per discutere in particolare di politica.
Nelle fattorie e nei manieri della campagna intorno al borgo è possibile prenotare escursioni a cavallo per esplorare la zona oppure passare piacevoli pomeriggio in mezzo agli animali.
Nei dintorni, sull’altopiano di Cauria, ci sono due interessanti siti archeologici da visitare, che custodiscono i dolmen e i menhir più rinomati dell’isola: molti sono intarsiati e raffigurano volti umani. Il più famoso è il dolmen di Fontanaccia insieme al Cimitero dei Turchi, il più grande allineamento del Mediterraneo.
Vicino al borgo di Pianattoli-Caldarello sorgono alcune belle spiagge come Plage de Chevanu, Plage de Capineru e Plage de la Tour con la torre genovese. Per visitare al meglio questo tratto di costa così selvaggio vi consigliamo di seguire il Sentiero dei Bruzzi, un percorso circolare da un’ora e mezza, senza grandi difficoltà, che vi farà attraversare e ammirare magnifici panorami.
Da vedere anche Tizzano, un piccolo villaggio di pescatori, situato a 18 chilometri da Sartène, che negli anni ha ampliato il porticciolo in una bella e vivace marina proprio di fronte a un forte genovese.
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